Outdoor Passion | Notizie di sport all'aperto / Bici  / Ciclismo su strada  / Maratona dles Dolomites: una maratona tra umanità, comunità e infinita bellezza

Maratona dles Dolomites: una maratona tra umanità, comunità e infinita bellezza


Ispirata al tema Umanité, la 36a edizione della Maratona dles Dolomites-Enel ha regalato spettacolo sui passi dolomitici, per un giorno chiusi al traffico. A primeggiare nel tracciato più lungo di 138 chilometri con oltre quattromila metri di dislivello sono stati Loïc Ruffaut e Samantha Arnaudo. Ma la corsa ha ribadito un aspetto che da sempre la caratterizza: è nella comunità che si può trovare una grande umanità, quella di cui tutto il mondo ha bisogno.
Un gruppo, o meglio una comunità di ottomila persone – 7.918 per la precisione i ciclisti partiti alle 6.30 da La Villa – ha dato vita al consueto e variopinto serpentone che si snoda per chilometri verso il Campolongo, prima asperità della giornata. Il sole filtra tra le guglie dolomitiche colorando le nuvole che le accarezzano. Un peloton che trasuda umanità, in perfetta sintonia con il tema scelto per la 36a edizione della Maratona dles Dolomites – Enel e l’invito rivolto da Michil Costa a tutti i partecipanti: “Essere umani tra gli umani, ridiventare umani. In questo mondo disumano, aprire gli occhi finalmente e staccarli dal display dello stordimento e pedalare insieme verso quel luogo dentro di noi fatto di bellissima umanità. Oggi, sempre.”

La corsa entra subito nel vivo, grazie anche alla presenza di Vincenzo Nibali che stimola la voglia di far bene ai soliti noti, Stefano Stagni e Tommaso Elettrico su tutti. Ma sono i passi chiusi al traffico a permettere al gruppo di godere, seppur nella fatica, di strade meravigliose che salgono e scendono fra le guglie dolomitiche: Campolongo, Pordoi, Sella, Gardena, Giau, Falzarego e Valparola. Oltre al lungo di 138 chilometri e 4.230 metri di dislivello, c’è il percorso medio di 106 chilometri e 3.130 metri di dislivello e il Sellaronda di 55 chilometri e 1.780 metri di dislivello. Il racconto in diretta televisiva è affidato a RAI 2 che dalle 6.15 alle 12 riprende non solo le gesta delle migliaia di corridori disseminati lungo le strade dolomitiche, ma anche lo scenario spettacolare che fa da cornice alla corsa.
Nel tracciato lungo è come sempre il Giau a fare la differenza: in un drappello di otto uomini è il belga Frederic Glorieux a transitare per primo, raggiunto sul Valparola dal francese Loïc Ruffaut, inseguiti da Tommaso Elettrico e l’austriaco Patrick Hagenaars. Dopo il Mür dl Giat, il francese ha provato lo scatto e nessuno è riuscito a tenere le sue ruote. Primo in solitaria al traguardo in 4 ore e 30 minuti, queste le parole di Ruffaut poco dopo l’arrivo: “È incredibile aver vinto oggi, non me ne rendo ancora conto. Sul Giau avevo capito di avere buone gambe e dopo il Mür dl Giat ci ho provato e ho staccato tutti. Mi è andata bene, pazzesco”. Dietro di lui, a una decina di secondi, si piazzano Tommaso Elettrico e l’austriaco Patrick Hagenaars.

Fra le donne a trionfare è la piemontese Samantha Arnaudo, che supera il traguardo in 5 ore e 5 minuti, solo 36 minuti dopo i primi uomini. Un grandissimo risultato. Con venti minuti di distacco si piazzano al secondo e al terzo posto Marta Maltha, la vincitrice della passata edizione, e Martina Trevisiol. Davvero una grande impresa per Samantha Arnaudo che esprime così la sua gioia: “Per me è la prima partecipazione e non sapevo fino all’ultimo se fare il medio o il lungo, ma quando ho saputo che al bivio del Falzarego avevo cinque minuti di vantaggio sulle inseguitrici ho deciso di affrontare il Giau e optare per il percorso più impegnativo. Sono felicissima”.

Nel percorso medio il podio maschile è composto da Mattia Gaffuri, Stefan Kirchmair e Giuseppe Orlando, rispettivamente al primo, secondo e terzo posto. Quello femminile vede Olga Cappiello al primo posto, Alessia Bortoli al secondo e Ilaria Lombardo al terzo. Vincitori del Sellaronda sono Thomas Hintner, Wilfried Wisthaler e Gunnar Streblow per gli uomini e Giulia Soffiati, Caroline Doucet e Harriet Martin per le donne.

Si conclude così la Maratona dles Dolomites – Enel in una giornata fortunatamente priva di pioggia, ricordando che sono state controllate le biciclette dei vincitori e di alcuni partecipanti per verificare che non siano stati adoperati ausili elettronici. E domani un gruppo di quaranta volontari setaccerà i sette passi dolomitici e tutto il percorso della Maratona per raccogliere i rifiuti lasciati dai passanti nell’arco di tutto l’anno. Questa è solo una delle tante iniziative promosse dalla Maratona, una manifestazione che da anni s’impegna a coniugare sport e attenzione per l’ambiente con iniziative concrete come l’acquisto di 16.000 stoviglie e bicchieri riutilizzabili durante il ristoro finale. Un investimento importante, che porta a ridurre del 70% l’uso della plastica.

È tempo, però, di rivolgere il pensiero alla prossima edizione, che si terrà domenica 7 luglio 2024 e che ha per tema Mutatio, metamorfosi. Un invito a cambiare noi stessi in un mondo che vede il clima cambiare drasticamente: “Riusciremo a trasformarci alla velocità con la quale si stanno trasformando le tecnologie del mondo? Noi esseri umani avremo la capacità di cambiare o soffocheremo nella paura, nel cinismo? Se non c’è uno stato perenne di metamorfosi faremo una brutta fine, quello che il bruco chiama fine del mondo, il resto del mondo chiama farfalla” dice Michil Costa, citando Lao Tse. E con un invito a cambiare in meglio noi tutti, vi diamo appuntamento alla 37a edizione della Maratona dles Dolomites-Enel.

Fonte Comitato Maratona dles Dolomites

Giancarlo Costa

Snowboarder, corridore di montagna, autore per i siti outdoorpassion.it runningpassion.it snowpassion.it e bici.news. In passato collaboratore della rivista SNOWBOARDER MAGAZINE dal 1996 al 1999, collaboratore della rivista ON BOARD nel 2000. Responsabile tecnico della rivista BACKCOUNTRY nel 2001. Responsabile tecnico della rivista MONTAGNARD e MONTAGNARD FREE PRESS dal 2002 al 2006. Collaboratore della rivista MADE FOR SPORT nel 2006.